Sale la notte
tra le vecchie mura,
ombre, che scivolano
in silenzio,
raccontano il grande sonno
delle stelle
con la fioca luce
che fruga nel buio.
Lontano, bianche guglie
a picco sul maggese,
contende al vecchio ulivo
la grande luna.
Il fumo dei fuochi che
s’accendono, dopo il purissimo
temporale,
illuminano l’immacolata terra
color senape.
La notte rinfresca,
arriva la brezza del mare,
l’aria di velluto
per stelle che fanno la curva
lungo la roccia secca
del sentiero dei nidi di ragno.
Un canto,
veloce e sommesso
s’alza ad accompagnare
la lama bianca della luna
che taglia l’aria piena d’estate,
e la terra, la mia terra
balla ora sull’abisso come folli in gabbia.
Sale la notte,
tutti dormono
e tutto alla fine si ricompone.
Lasci scivolare le mani sul tuo seno
forse, mio figlio
riannoderà il kolomboi rotto,
ed insegnerà al mondo
un modo nuovo per farlo volare
e legare le dita.
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Scene di vita riprese dal cuore.
Non riesco a dire altro,
Davanti alla “bellezza” le parole non servono.
Un caro saluto di buona domenica
Ombre
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“la luce che fruga nel buio” la vedo.
Sono certa, loro inventeranno un modo per farlo volare…
egle
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grazie…
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Grazie ombra gentile, e buona domenica a te.
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