Scrivere è un esercizio per vivere

Non scrivo per passione, magari potessi. Scrivo perché è l’unica cosa che riesco a fare bene. Ho scritto per così tanto tempo che oramai considero la scrittura una pelle, una pelle da rettile, sapete, quella che si cambia una volta l’anno. Ecco la scrittura è così. 

Ho scritto moltissime cose diverse per moltissime persone diverse. Una palestra di postura, pazienza e posizioni su come tenere la penna in mano senza che poi il gomito/polso ti chiedesse la libertà. Certo ho dovuto imparare a vivere prima.

Dopo il piccolo #ebook Ragnatela Thuliana,

un’avanguardia e un dovere che avevo desiderio di assolvere presto,ecco arrivare Viaggio nella terra dei Sin Kvei. 

Una storia antica che mi ha sempre seguito con pazienza, osservandomi dai vai computer dove è transitata. I tempi maturi mi hanno convinto a pubblicarla. Auto pubblicarla direte voi. Si e questa è una scelta non un’esigenza. Bisogna scegliersela la  strada da percorrere non aspettare che qualcuno ti dica dove andare.

copertinasinkvei-small--Pubblicare così per me è quella libertà che cercavo, quella libertà che mi fa respirare, che mi permette di regalare, che mi obbliga a rispettare, voi sopratutto, voi che lo permettete continuando a fermarvi qui a leggere quello che scrivo.

Scrivere è un esercizio per vivere.

Per Elio Revé Matos, era arrivato il momento: aveva finalmente deciso. Le mappe dell’inferno sono oramai illeggibili. Quanti ricercatori avevano tentato, nei secoli, di decifrare quei pochi frammenti, rimasti intatti dopo il disastro del museo vaticano, dove erano andate distrutte nel rogo, tante opere d’inestimabile valore e documenti unici. Tra questi c’era l’Ascendit mors per fenestra. Forse l’unico testo tra i più discussi fra teologi, semiologi e cartografi; un testo, che la chiesa universale non ha mai accettato apertamente, ma per il quale aveva un attaccamento particolare.

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